SPREAD
Una parola che abbiamo imparato bene e che sintetizza il senso della nostra fragilità: non valiamo abbastanza (?). Una parola che dall’epoca del governo Monti (2011) ci cammina accanto e le lacrime della Fornero sono diventate un monito. Non ci sono soldi per le pensioni. Quando si tratta di pensioni, sanità, educazione… vediamo sempre lo strappalacrime sulle facce dei governanti e dirigentoni. Ma se le cose fossero andate così? Una mattina il prof. Monti – oggi uno dei 5 senatori a vita, gli altri sono 315 – riceve una telefonata da un banchiere che dice papale papale “ci servono 40 miliardi di euro, altrimenti fallimento di tutta la banca”. Ed ecco 40 mld di nuovi titoli di credito, garantiti dal governo che aumenta le tasse e il loro numero ma anche il debito. Altri stati europei dai forti bicipiti si erano ben dati da fare prima per salvare le loro banche infischiandosene delle norme comunitarie. Ma anche il povero – si fa per dire - Monti contribuì pienamente a dare una mano all’Italia con una interessante proposta (che avrebbe portato all’unione bancaria) verso la fine di una Commissione Europea. Destò l’interesse della stessa Merkel… ma poco dopo fu svuotata dei contenuti da chi ha veramente in pugno le linee operative finanziarie europee ovvero la Bundesbank.
Ah… un’altra cosa! Lo sapete che con l’austerità il debito non può che aumentare visto che le entrate non aumentano affatto? E la cosa continua e i pensionati se tali vogliono diventare devono sottoscrivere un mutuo con le banche e pagarsi un’assicurazione. Per gli stipendi di insegnanti, sanitari, per il lavoro produttivo (giovani)…. non ci sono soldi. Lo spread sale. (anche se è così facile farlo salire: basta che la domanda di danaro fatta da banchieri ad hoc offra ab origine dell’asta un po' di più).
Augusto Debernardi