Con questo titolo IL PICCOLO di Trieste ha pubblicato la nostra riflessione sul diritto negato agli anziani non autosufficienti e con la malattia di Alzheimer.
Ecco il testo in formato word:
A Trieste accade che “il Comune va contro l’Azienda Sanitaria per causa degli anziani non autosufficienti che devono essere curati in quanto cittadini aventi diritto al Servizio Sanitario. Ma per i quali si richiede la partecipazione finanziaria dei loro familiari”. Ma sarà veritiero questo conflitto fra istituzioni? Oppure è solo il gioco delle parti per non restare scoperti davanti alla Corte dei Conti a fronte della richiesta di vedere riscossi i propri diritti da parte dei cittadini? Propendo per la seconda ipotesi anche perché i premi del salario variabile sono molto ambiti dai dirigenti. Ma da dove verrà mai questo problema di diritti negati? Rispondiamo ricordando l’articolato di legge del 1992 e di un successivo del 2001 con cui le prestazioni sociosanitarie vengono suddivise a seconda della rilevanza sanitaria o sociale degli interventi. A seconda della scelta diagnostica succede che vengano chiamati a pagare anche i familiari, non solo gli anziani stessi.
In breve ci siamo trovati di fronte alla spinta inferta al più debole affinché stia fuori da qualche cosa, da qualche sistema. La sanità, verificata la sua impotenza scientifica e verificata la noia e la fatica a trattare casi complicati e cronici cerca di sedurre le professioni socioeducative e di assistenza ancillare affidando loro dei compiti di risulta. E con questi i costi, trasformandoli in esattori. Il tutto sotto l’egida della modernizzazione che delegittima tutti coloro che restano indietro perché “perdenti”. Anziché corroborare il sistema con l’inclusione si è scelta la via della differenziazione alienante per poi costruire tavoli e stanze di coordinamenti impossibili ma che accarezzano i vari ego che intervengono. Del resto trattasi di modernizzazione! In realtà è una agnotologia (scienza della costruzione di non saperi). E’ certo che se gli anziani non autosufficienti fossero delle banche sarebbero già stati salvati da parecchio tempo. Ma non lo sono. Come non lo sono quei cittadini risparmiatori che delle banche si sono fidati e che ora per disperazione si tolgono la vita. Per esigere i propri diritti gli anziani disabili e con alzheimer sono costretti a processi lunghi e costosi in cui i loro familiari hanno sempre il timore di soccombere vista la cultura dominante del denaro. Del tipo: ma come faranno a pagare le istituzioni? Già, bella domanda. A parte che i dirigenti e policy makers sono lì per questo (ma non sembra che ciò appartenga ai piani alti delle competenze), la cosa si riduce nel non fare niente e nel far pagare i familiari. Del budget di cura autogestito nemmeno l’ombra. Le istituzioni sembrano ragionare come un qualunque cittadino che a fronte di una multa da pagare dica: “non pago perché altrimenti non posso andare a cena con la mia amante”. Eppure le sentenze dei Tribunali ordinari e in particolare della Corte di Cassazione stanno indicando che i cittadini anziani con malattie come l’alzheimer mantengono il diritto alla cura a carico del sistema sanitario. Nonostante tutto ciò le istituzioni preferiscono le cause anziché le risposte concrete ai diritti altrui. Tanto a pagare gli avvocati è sempre il budget che viene fornito dal popolo. Dal popolo allo stato. Uno stato in cui la politica come tanti altri pensa che è inutile cambiare tali procedure che portano alla negazione del diritto perché la seconda natura (l’economia) è dominante e corre veloce facendo riempire moduli assurdi… ma di valutazione (sic). Però basterebbe cambiare modo di pensare…….
Dott. Augusto Debernardi
Speriamo che a elezioni del nuovo sindaco concluse (è stato eletto DiPiazza) si muova qualche cosa ... noi continuiamo con l'advocacy. E attendiamo alcuni distinguo visto che abbiamo provato a mettere il sale sulle code.