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10 Febbraio: Giorno del Ricordo

DOPO LA MEMORIA … il RICORDO.

Sì anche il ricordo, specie per chi vive nelle terre del Nord Est italiano. Terre, la cui popolazione ha pagato tutti i danni di una guerra sciagurata e persa. Dove le manie di grandezza e di onnipotenza e dove il nazionalismo nazista, fascista, comunista hanno fatto quello che accade ‘normalmente’: pagare prezzi immensi ai popoli, alle persone, donne e bambini e anziani. Tutti. In più hanno lanciato in primissimo piano l’argomentazione del “ma pregiudiziale”. Del tipo che la congiunzione avversativa diventa avversativa della possibilità di comprensione, ribaltando sempre le cause in altri, nel passato. Eppure l’esodo e le foibe sono gli argomenti salienti della giornata del ricordo. Esodo, la sua caratteristica è ben diversa da quella dell’ emigrazione, perché contiene ben poco di visione del futuro e di progettualità. Si tratta di sopravvivenza, di paura estrema … ed in più si tratta di ricevere tutti gli stigmi della propaganda avversativa. Così successe. Oggi si direbbe sbrigativamente “pulizia etnica”.

Ric ordiamo i racconti pubblicati in “La poesia della vita” che Marina Moretti scrisse dopo avere intervistato all’ITIS di Trieste Giuseppina Simunov e Iole Burlo. (2005) Ricordo la trasmissione televisiva della RAI in diretta dal confine italo-sloveno di Gorizia ideata e coordinata da Paolo Rumiz di quasi dieci anni prima in cui, forse per la prima volta, si disse la parla ‘foibe’ facendo arrivare picchi di telefonate. E poi possiamo ricordare il libro commovente e di documentazione “Un alpino alla scoperta delle foibe” di Mario Maffi, cuneese che si calò nelle profondità del Carso, in segreto allora e che seppe attendere 60 anni prima di raccontare ciò che mai gli fu consentito di accettare o di silenziare. E poi... Simone Cristicchi con "Magazziono18".Il percorso è avviato.

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