Nel precedente post a proposito della ns lotta aklla povertà abbiamo chiuso ricordando Luca Ricolfi. Ecco il perchè:
CI VOLEVA UN SOCIOLOGO, Luca Ricolfi, PER DIRE CIÓ CHE I VARI ECONOMISTI HANNO TACIUTO O NON VOLUTO DIRE. ULTIMAMENTE, alcuni di loro, DICONO CHE É LA GERMANIA CHE CORRE TROPPO CHE DOVREBBE USCIRE DALL’EURO (zingales)
Luca RicolfiL'enigma della crescita, ediz. Mondadori
Fino a ieri sembrava che il problema della crescita riguardasse i paesi poveri, o arretrati, o «in via di sviluppo». La grande crisi del 2007-2013, la più grave dopo quella del 1929, ci sta invece mostrando che quel problema riguarda innanzitutto le società «avanzate», molte delle quali ancora stentano a uscire da una recessione che ormai dura da quasi sette anni. Ricolfi ha studiato attentamente i dati degli ultimi cinquant'anni, e si confrontano tra loro le storie dei paesi che attualmente fanno parte dell'Ocse (il club dei paesi «sviluppati » sorto nel 1961 - sulle ceneri dell’OECE – con questi paesi Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Gran Bretagna, Svezia, Svizzera, Territorio Libero di Trieste fino al 1954, Turchia e poi Germania, Sèagna, Canada, USA, Giappone, Finlandia, Australia, Nuova Zelanda, Messico, Rep. Ceca, Corea del sud, Polonia, Ungheria, Slovacchia, Cile, Estonia, Israele, Slovenia (2010) -) si scopre che la crescita era un problema, anzi un vero e proprio enigma, già prima della crisi.4-3-2-2-1: i tassi di crescita decrescenti registrati! (quasi una formazione di calcio) Perché è da mezzo secolo che l'insieme delle economie avanzate cresce a un ritmo sempre più lento. Un po’ come le popolazioni densamente numerose, come i boschi dove la crescita degli alberi non si sente, oppure i ricci del mare etc..! Il limite cui ogni società tende, ossia il livello di benessere al quale i suoi cittadini possono aspirare, non è però dato una volta per sempre, perché dipende in modo decisivo dai fondamentali dell’economia: capitale umano, tassazione delle imprese, qualità delle istituzioni. Nessun paese è intrappolato nel proprio destino, e migliorare i fondamentali è l'unica vera arma con cui un paese può contrastare la tendenza al rallentamento. L'equazione della crescita serve proprio a questo: ci suggerisce che cosa dobbiamo cambiare, e che cosa possiamo aspettarci da ogni cambiamento. E ci dice anche, nel caso del nostro paese, che questi cambiamenti non possono più essere rimandati. Un libro da studiare
A. D.